Il nuovo DPCM, emanato il 3 di novembre, ha ristretto ulteriormente quelle che sono le possibilità di svolgere attività, di spostarsi e di lavorare in molte zone.

Non solo, perché oltre al decreto sono state emanate delle specifiche Ordinanze del Ministero della Salute che hanno individuato quelle che sono le così dette zone rosse, arancioni e gialle, un po’ com’era accaduto a marzo quando Milano era diventata zona rossa.

Queste hanno delle differenze sostanziali, soprattutto in relazione a ciò che si può e non si può fare.

Nelle zone gialle, ad esempio, si è liberi di circolare, molte attività sono ancora aperte e le persone hanno la possibilità di svolgere ancora tante attività. In zona arancione sono applicate restrizioni superiori, mentre la zona rossa è quella nella quale le restrizioni sono massime.

In zona rossa non si possono fare spostamenti non giustificati neppure nel territorio del proprio Comune, e ad esempio le attività sportive dei circoli all’aperto sono sospese.

Per questo motivo da qualche giorno ci si chiede se le assemblee condominiali in presenza siano ancora consentite dopo il nuovo DPCM.

All’interno delle disposizioni non si prevedono particolari indicazioni sotto questo punto di vista, ed è per questo motivo che ci si dovrà affidare a quelle che sono le FAQ governative, le risposte alle domande più comuni che i cittadini possono porre.

Assemblee condominiali in presenza, sono delle necessità?

Si sa che ad oggi solamente le attività necessarie al chiuso possono ancora essere svolte, ed è per questo che ci si ci chiede se un’assemblea condominiale in presenza si effettivamente una comprovata necessità.

Com’è già stato indicato, nel testo del decreto non si parla in modo esplicito delle assemblee condominiali, e  si dovrà fare riferimento alle domande frequenti.

All’interno di queste si comprende come, a livello implicito, le assemblee condominiali siano delle comprovate necessità, e quindi sia ancor a possibile farle in presenza.

Le FAQ, e questo è necessario da specificare, non hanno un valore normativo, ma sono comunque degli orientamenti che il Governo ha deciso di adottare. Si spera, quindi, che questi orientamenti siano stati divulgati anche alle autorità che dovranno fare i controlli per valutare se vi siano delle irregolarità e delle violazioni rispetto alla normativa.

Assemblee condominiali in presenza sono possibili

All’interno del sito del Governo, quindi, le FAQ indicano come le assemblee condominiali in presenza si possano fare.

In particolare il testo recita ciò che segue:

«È consentito svolgere assemblee condominiali in presenza?

Sì. E’ fortemente consigliato svolgere la riunione dell’assemblea in modalità a distanza. Laddove ciò non sia possibile, per lo svolgimento in presenza occorre rispettare le disposizioni in materia di distanziamento sociale e uso dei dispositivi di protezione individuale».

Come si può capire, quindi, sembra che le assemblee in presenza siano consentite, ma come sia sconsigliato realizzarle.

Il consiglio generale che il Governo dà è quello di cercare di organizzare le assemblee in modo alternativo, ad esempio online utilizzando piattaforme che consentano non solo  a tutti di connettersi ma anche di esprimere voti e preferenze.

Assemblee condominiali in presenza e divieto di uscita

Un ulteriore dubbio che potrebbe riguardare coloro che leggano il testo sia del nuovo decreto, sia delle FAQ, è costituito dal divieto di uscita.

Essenzialmente in zona rossa le persone non dovrebbero uscire di casa se non in alcuni casi, limitando il più possibile gli spostamenti. Questo perché è fondamentale limitare anche la circolazione del virus e riportare la situazione alla normalità.

Eppure, se fosse possibile realizzare le riunioni in presenza questo andrebbe un po’ a collidere rispetto ad altre disposizioni e raccomandazioni.

Infatti, all’interno di un’altra domanda il Governo ha specificato come:

«non è consentito far visita o incontrarsi con parenti o amici non conviventi, in qualsiasi luogo, aperto o chiuso».

Questo sia per le zone rosse, sia per quelle arancioni nelle quali è possibile transitare all’interno del proprio Comune, ma non si può uscire da esso.

Tuttavia, se si considera l’assemblea condominiale come un incontro necessario, allora sarà possibile inserire questa come giustificazione all’interno dell’autocertificazione, magari portando la prova della convocazione assembleare.

Ora ci si pone il problema di coloro che debbano partecipare ad un’assemblea in un Comune, o addirittura in una Regione, differenti rispetto a quelli di residenza.

Un esempio è quello dei proprietari che abbiano dato in locazione un appartamento e che vivano fuori Regione o Comune.

Per questi casi, nuovamente, si pone il problema della giustificazione dello spostamento. Stando a quanto indicato dalle FAQ sarebbe comunque possibile giustificare il fatto di uscire dal proprio Comune per la necessità di partecipare alla propria assemblea.

In queste situazioni ci si potrebbe chiedere se, invece, sia obbligatorio delegare un’altra persona proprio per evitare gli spostamenti non necessari da Comuni o Regioni differenti.

Ovviamente, tutto dipende anche dalla zona nella quale ci si trovi per effettuare la riunione. Se, infatti, nelle così dette zone gialle le libertà concesse sono maggiori, in quelle arancioni e rosse, vista anche la situazione epidemiologica, sarà necessario valutare con prudenza il da farsi, anche per evitare ripercussioni non solo a livello generale, ma sui propri condomini.

Ecco perché rimangono ancora molti dubbi in merito alla possibilità di convocare, e soprattutto di partecipare, ad assemblee condominiali in presenza.

Il quadro generale non è chiaro, e uno dei suggerimenti che si possono dare a chi si debba occupare della convocazione, è quello di limitare lo svolgimento delle riunioni in presenza solo a casi davvero necessari.

Per tutte le altre situazioni sarebbe consigliabile, invece, adottare sistemi alternativi, come le piattaforme di videochat o di video riunione.

Rimangono, anche in questi casi, alcuni dubbi e profili di criticità per coloro che debbano sia organizzare sia prendere parte all’assemblea di condominio.

Certo è  che la situazione attuale, soprattutto per una non uniformità delle misure all’interno del territorio nazionale, è ancora più complessa rispetto a quella che si poteva configurare durante il precedente lockdown, nel quale  a causa di chiusure generalizzate la distinzione tra ciò che era possibile fare, e ciò che era davvero vietato, era sicuramente più netta e facile da comprendere per tutti.