L’estate è il periodo durante il quale in moltissimi condomini si eseguono lavori di ristrutturazione e di sistemazione, complice anche la possibilità di svolgere l’attività per più ore durante la giornata.

In questo periodo ci si sta adoperando anche allo scopo di adeguare molti condomini alle nuove disposizioni di legge, ed in particolare con l’obiettivo di poter ottenere le detrazioni previste per il così detto Ecobonus 110%.

Questo, che essenzialmente consente di ottenere un totale rimborso di quanto speso, è però sottoposto ad alcune condizioni, tra le quali spicca quella della classe energetica.

Infatti, per poter ottenere il bonus sarà necessario un miglioramento che consenta di risalire di almeno due classi energetiche nella scala di valutazione, o che comunque dia la possibilità di arrivare alla massima classe energetica raggiungibile in un determinato stabile.

Per questo in tanti si chiedono come si faccia una diagnosi energetica in un condominio.

Comprendere i passaggi che riguardano la diagnosi, e anche a che cosa potrà servire, sicuramente sarà d’aiuto a tutti coloro che vogliano proporre l’esecuzione dei lavori nel proprio condominio.

Diagnosi  energetica in un condominio: tutti i passaggi

Per iniziare vediamo i passaggi che dovrebbero essere sempre presenti in una seria diagnosi energetica di un condominio.

  1. Analisi e raccolta dei dati

Come prima cosa, per poter effettuare la diagnosi l’assemblea dovrà occuparsi di deliberare la spesa e anche di incaricare l’amministratore di condominio affinché questo possa affidare la diagnosi stessa ad un tecnico specializzato.

L’amministratore si occuperà di fornire al tecnico i documenti che indichino le caratteristiche dell’edificio, con i dati riferiti agli impianti, ai consumi e così via.

Inoltre, bisognerà fornire al tecnico il bilancio consuntivo dell’ultimo anno e le bollette dei consumi del condominio degli ultimi cinque anni.

In questo modo, il tecnico potrà partire da una buona base di dati.

Successivamente, il personale tecnico si occuperà di rilevare le caratteristiche dell’involucro dell’immobile. Per farlo potrà utilizzare diversi strumenti, tra i quali si comprende anche la termografia ad infrarossi, che darà la possibilità di evidenziare i diversi punti di dispersione del calore.

Inoltre, si occuperà anche di rilevare le caratteristiche della caldaia e degli impianti di condizionamento, ove presenti.

Ovviamente, a seconda delle situazioni, si potranno fare anche altre valutazioni, come quelle riferite al rilievo nella centrale termica, ad esempio per valutare le emissioni.

Infine, i tecnici potranno richiedere la collaborazione di alcuni condomini per effettuare alcune indagini anche all’interno degli appartamenti.

  1. La rielaborazione dei dati

Dopo il primo passaggio, che consente di raccogliere i dati, si passerà alla loro rielaborazione.

I tecnici si occuperanno, come prima cosa, di evidenziare le criticità che siano state rilevate, quei punti sui quali ci si dovrà concentrare.

Inoltre, si effettuerà la valutazione dei dati stessi, fase che spesso potrà vedere anche l’utilizzo di appositi software dedicati sempre all’impianto ma anche agli altri elementi energetici dell’immobile.

  1. Progettazione degli interventi

È solo dopo aver effettuato le valutazioni e le rielaborazioni dei dati che sarà possibile passare alla progettazione degli interventi.

I tecnici, infatti, dopo aver compreso quale sia il comportamento energetico di un immobile potranno individuare tutti gli elementi grazie ai quali migliorarlo.

Ci saranno punti che andranno, ad esempio, ad abbassare l’efficienza energetica dell’immobile, e per questo dovranno vedere una concentrazione particolare in fase di lavori.

Il progetto non comprenderà solo la fattibilità pratica degli interventi, ma anche la loro convenienza da un punto di vista economico ed energetico.

Ad esempio, per quanto riguarda l’Ecobonus 110% si potranno prevedere interventi di rinnovo o di installazione del cappotto termico, ma anche lavori che potranno riguardare la caldaia centrale del condominio, e così via.

Parametroum
Energia elettricakWh
Energia TermicakWh
Energia primaria (sia termica, sia elettrica)tep
PotenzaW
Superficiem2
Volumem3
Lunghezza/larghezza/altezza/profonditàm

Diagnosi energetica del condominio, perché è importante per l’Ecobonus 110%?

Si potrebbe pensare che per ottenere l’Ecobonus 110% sia sufficiente effettuare interventi generali di miglioramento energetico, ma questo tipo di orientamento è errato.

Infatti, potrebbe accadere di arrivare a realizzare interventi non necessari, o inutili, e di aver speso del denaro che, infine, non si potrà recuperare con il bonus.

Come premessa bisogna, inoltre, precisare che la Diagnosi energetica è differente rispetto all’Attestato di Prestazione Energetica (APE), in quanto la diagnosi viene effettuata con sistemi, procedure e certificazioni che ne consentiranno anche l’oggettività in ogni situazione.

Avere, inoltre, un’analisi precedente consentirà di sapere da che punto si potrà partire, e anche a quale livello di miglioramento si potrà aspirare.

Infatti, alcuni palazzi, soprattutto per le loro caratteristiche intrinseche, non potranno mai arrivare a classi elevatissime, ma il miglioramento sarà comunque sottoponibile al bonus.

Inoltre, indipendentemente dall’Ecobonus sarà spesso importante sottoporre il proprio stabile ad una diagnosi energetica.

Si pensi, ad esempio, a tutti gli edifici costruiti prima del 1991, che in alcune città sono davvero moltissimi, soprattutto nei centri storici.

Prima del 1991 non esisteva una normativa che obbligasse al contenimento dei consumi energetici. Per questo motivo spesso gli stabili vedono moltissimi sprechi, dispersioni di calore e disservizi dal punto di vista della gestione degli impianti.

In questi casi, indipendentemente dal bonus si potrebbe comunque pensare di far valutare il proprio immobile da tecnici specializzati, in modo da andare ad evitare sprechi di denaro per il futuro.

Questo accade anche per gli edifici costruiti tra il 1991 e il 2005. Infatti, gli immobili saranno stati adeguati alla legge 10 del 1991, ma avranno ancora diverse carenze dal punto di vista energetico. Anche in questo caso la valutazione energetica potrà portare a molti lati positivi, come il risparmio in bolletta.

Infine, gli edifici costruiti dopo il 2005 potranno essere quelli sicuramente con meno carenze, in quanto saranno stati adattati anche al Decreto Legislativo 192 del 2005. Questa normativa si occupava di imporre dei limiti alla dispersione di calore in inverno, e anche dei limiti rispetto al consumo energetico degli impianti.1

Diagnosi energetica dei condomini, un buon punto di partenza

Come si potrà capire, quindi, in tanti casi la diagnosi energetica dei condomini sarà un ottimo punto di partenza. Si dovrebbe prevedere l’indagine non solo in questo periodo, per ottenere effettivamente l’Ecobonus 110, ma anche in tutti i casi in cui si vogliano effettuare interventi generali, come accade per quelli che si riferiscano al cappotto esterno degli edifici, oppure quelli di adeguamento degli impianti di riscaldamento.

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