Buche, aiuole sfaldate, marciapiedi dissestati, cumuli di immondizia. Spesso, in una grande città, non tutti i problemi legati al degrado urbano riescono ad essere registrati dalle autorità competenti e la velocità con cui si susseguono rende quasi impossibile un loro intervento tempestivo per il ripristino di aree cittadine particolarmente danneggiate.

È così che alcuni condòmini, residenti non solo in aree periferiche, maggiormente trascurate dalla cittadinanza, ma anche nelle strade centrali della città, si trovano nella paradossale situazione di mantenere, attraverso spese ingenti, un condominio in condizioni perfette situato però in una zona resa poco vivibile o pericolosa da episodi di grave incuria urbana.

Questo problema è poi aggravato dalla mancanza di un punto di riferimento reale per la sua soluzione, e l’onere di provvedervi ricade sui residenti: esistono infatti diverse applicazioni per smartphone o siti web dedicati alla segnalazione di aree urbane danneggiate, ma nessuna di queste, la maggior parte delle volte, riesce a produrre risultati concreti.

Regolamento del decoro architettonico del condominio e regolamento di polizia urbana

Anche per quanto riguarda eventuali soluzioni legali nessuna soluzione riesce a delinearsi in maniera precisa tra il Regolamento del Decoro Architettonico del condominio, legato esclusivamente allo stabile, e il Regolamento di Polizia Urbana, limitato alle sole aree pubbliche anche quando il condominio è integrato in tali aree.

Il regolamento di condominio (“contrattuale” o adottato in assemblea con il voto favorevole di tutti i partecipanti) può infatti derogare alla disciplina imposta per legge per assicurare un decoro architettonico del condominio: con l’ultimo comma della legge 1120 del Codice Civile «sono vietate le innovazioni che possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato, che ne alterino il decoro architettonico o che rendano talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino».

Se per il regolamento di condominio la legge prevede una clausola che impone in maniera precisa il mantenimento delle linee estetiche e della regolarità dell’immobile per come originariamente edificato, il Regolamento di Polizia Urbana, relativamente alla tutela del decoro urbano cita: «Gli spazi esistenti all’interno dei centri abitati devono rispettare nel loro aspetto il decoro urbano. Tale obbligo vale anche per le facciate, fondi commerciali ecc. draglie di sostegno di tende, targhe o oggetti di arredo non più utilizzati o paline di sostegno di insegne o similari non utilizzate, è fatto obbligo ai proprietari o al condominio di eliminare a proprie spese, in caso di inadempienze sarà compito degli uffici comunali eliminarle in danno dei proprietari.  […] le facciate che presentino lordure, graffiti o siano state oggetto di vandalismo, devono essere ripristinate e ridipinte. Tali casi possono essere oggetto di ingiunzione da parte dell’ente locale. […] Il suolo privato e quello pubblico in concessione, dovrà essere mantenuto sempre in buono stato di decoro ambientale ed architettonico, in caso contrario valgono le disposizioni sanzionatorie previste.».

Entrambi i regolamenti si rivolgono esclusivamente alle responsabilità e ai doveri dei condòmini, ma specialmente il secondo non prescrive soluzioni o provvedimenti nei confronti di eventi imputabili a terzi (cause naturali, incidenti, lavori pubblici svolti con trascuratezza, vandalismo). Il condomino si trova così nella scomoda e dispendiosa situazione di dover mantere decoroso il proprio condominio, di non avere nessuna tutela effettiva sullo spazio urbano integrato al luogo in cui egli vive e di dover provvedere alla sua cura per non incorrere in sanzioni con ulteriori aggravi di spese.

A questo punto non gli rimane che affidarsi a lunghi processi informativi e burocratici o soluzioni digitali tanto innovative quanto effimere. Oppure se l’amministratore del suo condominio (che formalmente non avrebbe obblighi in questo senso) è efficace, può rivolgersi a lui.

LO STUDIO BASSI E IL CASO PIAZZA GUARDI A MILANO

Piazza Francesco Guardi è una zona centrale dell’est di Milano, all’interno del solare quartiere di Città Studi. Una parte della città estremamente curata in cui su ampi viali di tigli si affacciano botteghe e tavolini di locali caratteristici. Eppure uno dei condomini situati qui per anni ha avuto un grosso problema: davanti al suo ingresso è stata rimossa un’edicola e le sue fondamenta sono state lasciate scoperte senza alcuna protezione se non qualche cavalletto traballante.

Il condominio è passato di recente sotto l’amministrazione dello Studio Bassi che ha deciso di prendere in carico il problema accogliendo le richieste di diversi condòmini. Lo staff, attraverso le indicazioni dell’Amministratore Bassi, si è mosso per rilevare i contatti e gli uffici competenti del Comune di Milano e del Comando di Polizia Locale, dopodiché ha compilato una denuncia di segnalazione formale. In seguito ha continuato a seguire la pratica attraverso solleciti e richieste di informazioni andate a buon fine grazie ai contatti precedentemente selezionati.

Dopo poco più di un mese la richiesta si è concretizzata positivamente. I cavalletti sono stati rimossi, l’enorme scavo è stato riempito e cementificato. La zona è stata rimessa in sicurezza.

Un risultato che è sicuramente un motivo di grande soddisfazione per i condòmini, ma anche per lo Studio Bassi che, rimanendo fedele alla sua etica aziendale, ha messo pienamente in primo piano le necessità dei residenti. Questa volta, si può dire, non solo quelli di un singolo condominio ma di un’intera zona cittadina.