Sei un proprietario di una casa, o di un altro immobile, e ti chiedi che cosa succederà alla tua proprietà dal punto di vista degli affitti? Affittare dopo il Covid, effettivamente, potrebbe essere non tanto più difficile, ma sicuramente diverso. Esistono tanti scenari che sono stati già in parte “profetizzati” e forse sapere che cosa dovrai affrontare per affittare dopo il Covid potrà aiutarti non solo a programmare le tue prossime azioni, ma anche a non farti trovare impreparato.

Affittare dopo il Covid, possibile una ripresa?

Come prima cosa, bisognerebbe considerare che il mercato degli affitti è spesso in controcorrente rispetto a quello delle vendite immobiliari.

Essendo, infatti, la locazione un contratto molto più agile rispetto alla compravendita, anche in un momento di crisi tante persone continueranno a sceglierlo.

Ecco che, quindi, affittare dopo l’emergenza potrebbe non essere una scelta così difficile da fare, anche se i proprietari dovranno certamente prepararsi a ciò che potrebbe accadere.

L’emergenza ha portato tante persone ad avere una maggiore incertezza dal punto di vista economico, incertezza che si manifesta, ovviamente, anche nel pagamento degli affitti.

Si stima che circa un quarto delle persone che avevano un immobile in affitto, non siano riuscite ad onorare i propri debiti durante il periodo di quarantena, e potrebbero continuare ad avere delle grosse difficoltà ancora per molto tempo.

Sì, perché gli strascichi dell’emergenza si faranno sentire, sia dal punto di vista lavorativo, sia economico e sociale. Quindi, prima di affittare una casa, un negozio o un altro immobile, si dovrà pensare alla propria flessibilità. Saresti in grado di tollerare ritardi nei pagamenti, richieste di riduzione del canone, e tutto ciò che potrebbe presentarsi in questo periodo?

 Affittare dopo il Covid, quali potranno essere i trend?

Oltre alla questione economica, ci si potrà chiedere quali potranno essere i trend che porteranno il mercato a seguire alcune direzioni.

Sicuramente, il turismo sta risentendo molto dell’emergenza, ed è per questo che i proprietari dovranno prepararsi ad un’inversione di tendenza.

Fino allo scorso anno, infatti, tanti erano portati, anche utilizzando le apposite piattaforme, a locare un immobile anche solo per uno o due giorni. Ora non sarà più così.

Pensa, ad esempio, ad AirBnB: la compagnia si è occupata di emanare delle rigide linee guida che prevedono, ad esempio, la necessità di sanificare profondamente le case e le stanze affittate.

Inoltre, sarà necessario attendere spesso anche 72 ore tra una partenza e un arrivo, riducendo di molto la possibilità di finestre di affitto.

Ecco che, quindi, i proprietari dovranno cercare di incentivare soprattutto gli affidi di media e lunga durata, così da poter continuare a guadagnare anche con le piattaforme e con il turismo.

Per quanto riguarda la locazione ordinaria, molti continueranno a sceglierla per sé e la propria famiglia, ma con delle differenze.

Si cercheranno di più le case stabili, con metrature più ampie e con delle agevolazioni, come la presenza di un terrazzo o di un piccolo giardino. Questo perché tanti hanno dovuto cambiare le proprie abitudini e, ad esempio, adattarsi a lavorare da casa, dovendo ricavare uno spazio apposito per la propria attività professionale.

Affittare dopo il Covid, cos’ha fatto il Governo

Negli ultimi mesi si parla molto degli incentivi e delle così dette manovre messi in campo dal Governo. Ci si può chiedere se questi siano sufficienti ad aiutare coloro che abbiano difficoltà a pagare l’affitto, oppure no.

Come prima cosa, bisogna sottolineare come una parte degli incentivi riguardi il così detto credito d’imposta. Questo, tuttavia, non è sufficiente allo scopo di far fronte alle grosse difficoltà che tanti hanno incontrato nel pagare gli affitti.

Ad esempio, se si pensa alle attività commerciali, e a tutti gli affitti non abitativi, tanti hanno richiesto il credito d’imposta, ma questo, per poter essere ricevuto, vedeva come regola iniziale il fatto di aver già pagato l’affitto.

Inoltre, bisognava dimostrare di aver subito una perdita di fatturato, per i mesi da marzo a maggio, che fosse di almeno il 50%.

Si può comprendere come queste misure non siano sufficienti, e come non lo sia neppure il blocco degli sfratti, applicabile fino al mese di settembre 2020.

Questo perché le disposizioni che sono state applicate non consentono di generare nuova liquidità, e possono essere viste come dei semplici palliativi.

Bisognerebbe, invece, spingere molto di più verso altre direzioni, come la reintroduzione della cedolare secca anche sui contratti di tipo commerciale, in modo da bloccare per qualche anno quelli che sono gli aumenti.

Inoltre, si dovrebbero aggiungere anche degli sgravi fiscali per tutti i proprietari che non percepiscano i canoni di locazione proprio per questa situazione di emergenza.

Infine, una manovra davvero apprezzabile sarebbe quella per la quale sarebbe possibile rendere più semplice il cambio di destinazione d’uso dei locali, in modo, ad esempio, da poter passare velocemente da una destinazione d’uso tipicamente commerciale, ad una dedicata alle abitazioni.

Come cambierà la casa nei prossimi mesi?

Alcuni aspetti sono già stati affrontati in merito ai cambiamenti che le case potrebbero affrontare in futuro.

Alcuni di questi sono già in atto, e cominciano dal fatto di frequentare molto di più la propria abitazione rispetto a prima.

Tanti lavoratori si sono trovati a lavorare da remoto, dovendo riorganizzare gli spazi. Per questo motivo, come abbiamo già detto, alcune persone potrebbero pensare di passare da una casa più piccola, ad una con una stanza in più, così da poterla dedicare proprio all’attività lavorativa.

Anche dal punto di vista degli arredi ci saranno dei cambiamenti. Si investirà anche sotto questo profilo in un arredamento che possa facilitare l’uso promiscuo degli spazi. Si pensi, ad esempio, ai divisori, alle porte scorrevoli e a tutto ciò che consenta di avere una modulabilità a livello delle stanze e degli spazi in generale.

Infine, si cercherà di rendere più fruibile la propria casa, dovendoci rimanere spesso tutto il giorno. Quindi, si investirà anche nell’acquisto di piante, di strumenti professionali (come le scrivanie ergonomiche, ad esempio) e di elementi per l’illuminazione che siano sicuramente più professionali.