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Quali regole seguire per installare una canna fumaria in un condominio?
All’interno di uno stabile non è mai facile prendere decisioni relative a questioni che riguardano le parti comuni dell’edificio.
In tal senso, non fa eccezione la possibilità di installare una canna fumaria.
E’ facile infatti che tale proposta sia fonte di possibili contrasti e attriti tra i diversi condomini.
In ogni caso prima di procedere con tale proposta all’interno di un’assemblea condominiale meglio informarsi su tutte quelle che sono le regole previste dal legislatore per poter eseguire i lavori.
Canna fumaria come bene esclusivo o comune?
Prima di procedere nella disamina delle norme previste, è bene definire una distinzione tra due diverse situazioni che potrebbero verificarsi.
Infatti la canna fumaria presente in uno stabile può essere o di uso comune o anche di esclusivo di un condomino.
Nel primo caso la struttura potrà essere di fatto utilizzata da tutti i condomini, in quanto si andrà ad innestare nell’appartamento dei singoli condomini.
Mentre se si tratta di un uso esclusivo, il servizio riguarderà il singolo appartamento. Il fatto che la tubatura vada ad innestarsi all’interno di un muro condominiale non ha influenza sulla natura esclusiva della proprietà.
Norma sull’uso delle parti comuni
Come già visto in articoli precedenti, la norma sull’uso delle parti comuni è quella relativa all’articolo 1102 del codice civile stabilisce.
In particolare i limiti previsti da tale articolo riguardano due aspetti essenziali.
Il primo è che la ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, senza però poter alterare la destinazione d’uso del bene.
Inoltre, lo stesso condomino non può impedire agli altri inquilini di usufruire allo stesso tempo del bene comune in questione.
Vi sono poi altri due aspetti di fondamentale importanza da tener presente, per quanto riguarda l’installazione di una canna fumaria condominiale.
In primis, non dovrà inficiare il decoro architettonico del palazzo, ovvero non dovrà alterare l’insieme delle linee e dei disegni originari dello stabile.
In secondo luogo, poi bisognerà prestare particolare attenzione affinché la struttura che si andrà ad installare non pregiudichi la stabilità e la sicurezza dell’edificio.
Procedere all’installazione della canna fumaria
Passando poi alla parte operativa, va evidenziato che per procedere all’installazione bisogna tenere in conto quanto previsto dal regolamento di condominio, dal regolamento edilizio comunale e dal Codice civile.
Infatti, il regolamento del singolo condominio, potrebbe prevedere un divieto di installazione. In tal caso sarà il singolo condomino interessato (o i condomini) a dover richiedere la modifica del regolamento stesso.
Nel caso invece del regolamento edilizio comunale, questo potrebbe invece prevedere la definizione di una distanza minima che dovrebbe intercorrere tra la canna fumaria in questione e le costruzioni circostanti.
Qualora mancasse tale disposizione, andrà applicata la distanza di 3 metri prevista dal Codice civile.
Nonostante questi possibili restrizioni, va comunque ricordato che ogni condomino ha la possibilità di installare una canna fumaria, senza la necessità di chiedere l’autorizzazione all’assemblea.
Questo ovviamente, nel rispetto dei limiti e delle condizioni descritte nelle norme vigenti e riportate nel paragrafo precedente.
Ripartizione delle spese
Per quanto concerne le spese da sostenere per l’installazione della canna fumaria, la loro ripartizione varia a seconda delle diverse circostanze.
Infatti, nel caso di una normale installazione, ogni condomino dovrà contribuire alle spese in base a quanto previsto all’interno delle tabelle millesimali (sempre che gli stessi condomini non si siano accordati per una diversa ripartizione).
Invece, nel caso in cui la struttura serva unicamente un singolo inquilino, logicamente le spese di installazione e manutenzione saranno tutte a suo carico.
Se la canna fumaria genera calore, fumi o odori
Un’ulteriore problematica generata dalla canna fumaria può riguardare l’eventuale immissione di fumo, calore o odori.
In questo caso la norma di riferimento è rappresentata dall’articolo 844 del codice civile.
Tale norma prevede che in caso di superamento della soglia di normale tollerabilità, per quanto riguarda l’immissione di fumi, odori o calore, l’inquilino o gli inquilini soggetti a tali problematiche possono ricorrere al giudice per richiedere la rimozione della struttura.
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