Come gestire una pista da sci

In un precedente articolo abbiamo parlato del turismo montano e di come questo debba provare ad evolversi per riuscire ad essere maggiormente redditizio e non più legato soltanto alla monocultura dello sci.

Nonostante ciò gli impianti sciistici non dovrebbero in ogni caso essere messi da parte.

Piuttosto bisognerebbe implementarne l’efficienza e l’attrattività.

Per arrivare a questo è però necessario capire quali siano gli aspetti cardine che caratterizzano la gestione di un impianto sciistico.

Scopriamo dunque quali sono gli elementi e gli aspetti critici su si deve andare a lavorare.

Ripartenza dopo il periodo pandemico

Gli ultimi anni non sono stati semplici per il turismo in generale e dunque anche per i gestori degli impianti sciistici a causa della pandemia.

Le politiche di governo hanno più volte imposto chiusure e restrizioni che hanno reso particolarmente complessa l’apertura di tali strutture.

Va comunque ricordato che in Italia vi sono circa 1500 impianti di risalita, gestiti da circa 400 società, per un totale di 6700 chilometri di piste.

Inoltre, in base alle stime riportate da diverse fonti, il settore occupa circa 15 mila persone con posti di lavoro diretti, arrivando a 120 mila posti se si considerano anche i dipendenti stagionali, per un fatturato che tocca 1,2 miliardi di euro l’anno, ed un indotto totale che varia tra gli 8,5 miliardi e i 12 miliardi ogni anno.

Dunque un mercato che riveste una certa importanza nel panorama turistico italiano.

piste da sci

Il periodo di preparazione dell’impianto sciistico

Il punto di partenza di queste attività è rappresentato in genere dal mese di settembre.

La preparazione della stagione invernale, comincia infatti con la fine di tale mese. In questo periodo gli operatori si occupano della fase di collaudo degli impianti, quali skilift, seggiovie, cabinovie, funivie, ossia tutti quei mezzi di trasporto necessari per accompagnare i turisti in quota.

Questo è uno degli aspetti di maggiore rilevanza per gli operatori del settore.

Infatti, la manutenzione di tutti questi mezzi deve essere scrupolosa per poter garantire la maggior sicurezza possibile e poter rispettare protocolli e scadenze imposti dalla legge.

E’ necessario dunque affidarsi a tecnici esperti che passino in rassegna i piloni, gli ingranaggi, i cavi di acciaio alla ricerca di eventuali problemi di stabilità.

Un passaggio che non può essere saltato e che contribuisce in maniera consistente alle spese da sostenere, in quanto costituisce circa il venti per cento dei costi di gestione totali.

La programmazione dell’innevamento

Un altro aspetto di rilievo riguarda poi la manutenzione dell’intera rete di tubi e canali che consentono di portare l’acqua ai cannoni sparaneve.

Questi ultimi rappresentano una tecnologia impiegata in quasi tutti i comprensori sciistici, e costituiscono fin dalla loro ideazione un importante alleato per i gestori degli impianti.

Infatti possono essere utilizzati sia per sopperire ad un’eventuale mancanza di neve, sia per garantire condizioni ottimali delle piste da sci.

Quello dell’innevamento programmato, rappresenta ad oggi un lavoro piuttosto delicato, in cui è necessario un giusto mix di competenza ed esperienza per poter operare al meglio.

E’ necessario saper riconoscere i minimi cambiamenti climatici e le condizioni in cui ci si trova a lavorare, ed in questo per fortuna oggi si contare sull’aiuto della tecnologia e tutta una serie di strumenti quali termometri, barometri e anemometri, di grandissima affidabilità e precisione.

Stazione sciistica

La produzione della neve

Per poter procedere alla realizzazione della neve artificiale, occorrono due elementi: l’acqua e l’aria.

La prima deve essere canalizzata attraverso una rete idraulica sotterranea.

L’aria invece viene trasportata ai cannoni attraverso un sistema centralizzato, o può anche essere generata direttamente dai singoli cannoni.

A questo punto i cannoni consentono di nebulizzare l’acqua attraverso degli ugelli e attraverso dei dispositivi chiamati nuclearizzatori, permettono di mischiare acqua e aria creando dapprima una particella di ghiaccio e successivamente i fiocchi di neve.

Per operare in condizioni ottimali, bisognerebbe utilizzare i cannoni quando la temperatura esterna si aggira tra i -2° e i -12°, e il tasso di umidità risulti intorno al 20%.

I dipendenti degli impianti sciistici

Accanto ai macchinari e alle infrastrutture, bisogna poi considerare il costo dei dipendenti.

Ovviamente in questo caso è doveroso effettuare una distinzione tra lavoratori a tempo indeterminato e gli stagionali.

Da un lato infatti, le stazioni sciistiche hanno dipendenti che lavorano tutto l’anno, come ad esempio i tecnici manutentori.

Inoltre, se un impianto riesce a sfruttare al massimo le sue capacità attrattive anche nel periodo estivo, sarà necessario avere a disposizione più dipendenti fissi, che permettano di garantire un certo livello di servizi.

A questi vanno poi aggiunti i lavoratori stagionali, che in molti casi rappresentano la maggioranza dei dipendenti che operano presso le stazioni sciistiche durante la stagione invernale.

Infine devono essere presi in considerazione anche quei professionisti, che in diversi casi non sono dipendenti né diretti, né stagionali come ad esempio, i maestri di sci.

impianto sciistico gatto delle nevi

Il problema dei cambiamenti climatici

Come più volte ribadito dai gestori di impianti sciistici, i cambiamenti climatici, rappresentano un problema piuttosto evidente in tale settore.

A causa degli stravolgimenti ambientali, negli ultimi decenni moltissimi impianti sono stati costretti a chiudere.

Attualmente infatti secondo un report di Legambiente le strutture che hanno dovuto chiudere in Italia, per cause legate a mancanza di neve, problemi economici, fine vita tecnica o in genere, per un mix di tutti questi fattori sono circa 348.

In altri casi invece, molti gestori hanno deciso di lasciare aperti gli impianti anche nel periodo estivo, puntando sull’affluenza degli escursionisti d’alta quota.

La necessità di investimenti mirati

Lo scenario descritto, indica dunque un settore, che ha notevoli potenzialità di reddito, ma che deve essere gestito in modo oculato ed evitando sprechi.

Il cambiamento climatico impone investimenti tali da consentire l’utilizzo più efficiente delle finestre di freddo, ed essere così capaci di attirare gli appassionati, fornendo loro piste perfette su cui sciare.

In tal senso, l’innevamento programmato è sostanzialmente obbligatorio. E’ fondamentale capire quanti cannoni serviranno, di che tipo, e dove installarli lungo la pista.

Adoperare poi macchinari, come il gatto delle nevi per battere le piste, schiacciando la neve e fresarla, al fine di realizzare una superficie omogenea lungo tutto il tracciato.

Ed infine non sottovalutare l’importanza degli investimenti per seggiovie o skilift, sia per il loro costo, ma anche per la possibilità di sfruttare tali impianti anche durante la stagione estiva.

Quali pensi possa essere lo sviluppo futuro della gestione degli impianti sciistici? Scrivicelo nei commenti.