Da quando il telefono cellulare è diventato uno strumento di comunicazione indispensabile, l’installazione delle antenne di telefonia mobile sui tetti degli edifici condominiali è in continuo aumento. Per i condomini, che ricevono dai gestori telefonici la richiesta di piazzare i propri ripetitori sui tetti in cambio di una sorta di canone d’affitto annuale (in aggiunta al rimborso per la corrente elettrica consumata), è un’occasione per trarre un reddito aggiuntivo, tuttavia non sono trascurabili i potenziali rischi per la salute, derivanti dalla prolungata esposizione alle onde elettromagnetiche.
La cessione a terzi del diritto di godere di una parte comune a fronte di un determinato corrispettivo è suscettibile di una votazione in assemblea. La maggiore perplessità, infatti, al di là del pregiudizio estetico, riguarda i possibile danni sulla nostra salute. Nonostante le aziende telefoniche assicurino che la trasmissione delle onde avviene da ponte a ponte (a un’estremità all’altra delle antenne) e non coinvolga perciò le abitazioni che si trovano sotto il livello di emissione, non si può ignorare il fatto che l’elevata concentrazione di ripetitori, antenne e stazioni radio base rappresenta una situazione di allerta.
L’introduzione del 4G (la cosiddetta “banda larga”), inoltre, sta riportando l’attenzione sul tema dell’installazione dei ripetitori sulle terrazze condominiali e sul conseguente inquinamento elettromagnetico che ne può derivare. Il potere di decidere in merito all’installazione di antenne di telefonia mobile spetta ad ogni modo all’organo assembleare, il quale potrà o meno deliberare che l’amministratore di condominio a Milano conceda in locazione la parte comune dell’edificio allo stato inutilizzato.
Per l’installazione dei ripetitori è necessario il voto favorevole della maggioranza dei condomini intervenuti in assemblea, che rappresenti almeno i due terzi del valore dell’edificio.