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Lo sciacquone rumoroso ed altri rumori nei condomini
Abbiamo più volte detto che una delle criticità principali all’interno dei condomini è quello della convivenza tra diverse famiglie che presentano esigenze differenti.
Ecco perché è abbastanza semplice che in questi edifici si possano creare malumori e sorgere frequenti discussioni tra i vari inquilini.
In particolare i rumori sono spesso causa scatenante di conflitti tra i diversi appartamenti.
Ciò accade poiché nonostante la legge cerchi di regolare anche questo aspetto, definendo un limite ai rumori che possono essere emessi all’interno di uno stabile (anche in base ai differenti orari del giorno) è comunque complesso stabilire quale sia davvero la cosiddetta soglia di tollerabilità.
Anche perché alla fine tale soglia risulta sostanzialmente soggettiva e variabile da persona a persona.
La legge di riferimento sui rumori
Quando si parla di condominio e dunque di convivenza tra famiglie è sempre d’obbligo tener presente che le regole da seguire per eccellenza sono quelle relative al senso civico comune.
Ma a prescindere da ciò la legge cerca di prevedere delle norme che possano correre in aiuto dei cittadini in caso di controversie.
Nel caso specifico dei rumori, l’articolo del codice civile a cui far riferimento è il numero 844.
Purtroppo tale norma in realtà non definisce in modo preciso un limite alla soglia di rumore che può essere prodotta.
Viene invece affermato che “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità […]”.
Ne consegue dunque che la legge lascia un certo margine di manovra al giudice che dovrà valutare caso per caso, il livello dei rumori prodotti, considerando fattori quali l’entità del rumore, la collocazione dell’immobile e la dimensioni delle pareti.
Il caso dello sciacquone rumoroso a La Spezia
Partendo da queste basi è possibile ricostruire quanto accaduto a La Spezia, dove gli inquilini di un appartamento hanno denunciato i vicini a causa di rumori “intollerabili derivanti dagli scarichi” (ovvero di uno sciacquone rumoroso).
La richiesta della vicenda iniziata nel 2003, era quella di eliminare i rumori e vedersi riconosciuto un risarcimento.
In prima istanza però, il giudice si è pronunciato contro tale richiesta.
A seguito di ciò la coppia in questione ha così deciso di ricorrere in appello a Genova.
Questa volta la Corte accogliendo il caso, dispone una perizia al fine di capire il livello dei rumori e dei danni causati.
A seguito dell’accertamento è risultato che il rumore fosse dovuto ad un collocamento errato dello sciacquone rumoroso, installato nel muro divisorio tra il bagno e la stanza da letto dei vicini, a seguito della ristrutturazione.
La sentenza della Cassazione
A seguito di una battaglia legale andata avanti per ben 19 anni, la vicenda è infine giunta a conclusione.
Infatti, la Cassazione ha deciso di pronunciarsi a favore dell’accusa riconoscendo il danno subito e prevedendo nella sentenza una multa che i vicini di casa dovranno versare alla coppia, pari ad un risarcimento di 500 euro per ogni anno di lesione.
Tale decisione è stata motivata dalla sesta sezione Civile, presieduta dal giudice Antonello Cosentino, sulla base della violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo.
Nella sentenza infatti si può leggere che “La Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio anche a fondamento della tutela alla vivibilità dell’abitazione e alla qualità della vita all’interno di essa, riconoscendo alle parti assoggettate ad immissioni intollerabili un consistente risarcimento del danno morale”, configurandosi come una “lesione del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana”.
Cosa ne pensi di questa decisione della Corte di Cassazione? Sei mai stato coinvolto in casi del genere nel tuo condominio? Raccontacelo nei commenti.