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Perché è importante effettuare la manutenzione della caldaia
Per fortuna settembre è un mese in cui il clima resta ancora mite e gradevole, nonostante spesso sia caratterizzato da piogge abbastanza frequenti.
Ma questo è anche il periodo che ci avvicina nuovamente alla stagione fredda.
Ecco allora che rientrando dalle vacanze, questo mese rappresenta uno dei migliori momenti per poter procedere con alcune necessarie attività, come ad esempio la manutenzione della caldaia ed il controllo dei fumi.
In tal modo, si avrà il tempo di porre rimedio ad eventuali malfunzionamenti dell’apparecchio, pronto a funzionare perfettamente in vista del prevedibile abbassamento delle temperature.
Ogni quanto va effettuata la manutenzione della caldaia
Non esiste una vera e propria regola sulla periodicità della revisione di una caldaia.
Infatti se secondo il buon senso si può ipotizzare che la manutenzione vada fatta ogni anno o almeno ogni due anni, nella realtà non è così.
La periodicità di tale intervento può essere diversa per ciascun apparecchio e viene indicata dalla ditta installatrice all’interno del libretto che accompagna l’impianto.
In particolare, all’interno di tale opuscolo, oltre alle indicazioni tecniche e i dati della caldaia, andranno registrati anche tutti gli interventi, ordinari e straordinari, effettuati a partire dalla prima accensione.
Mentre, al termine di ogni revisione, il tecnico specializzato rilascerà un rapporto di controllo da conservare insieme alla documentazione dell’impianto.
Quando effettuare il controllo dei fumi
Il controllo dei fumi, rappresenta di fatto un controllo sull’efficienza energetica della caldaia.
In particolare, tale controllo prevede l’effettuazione di un test per controllare la regolazione del bruciatore, i valori di tiraggio e la temperatura dei fumi di combustione.
Permette inoltre di determinare i valori inquinanti ed i parametri di sicurezza e risparmio energetico.
A differenza della manutenzione ordinaria, per il controllo dei fumi è prevista una normativa più precisa che prevede l’obbligo di test ogni 2 o 4 anni, a seconda del tipo di impianto e di combustibile.
Obiettivo della manutenzione ordinaria di una caldaia
Oltre alla necessità di rispettare la legge, la revisione regolare della caldaia riveste una notevole importanza in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza.
Infatti, un controllo periodico permette di impedire l’eventuale fuga di gas, che potrebbero provocare esplosioni o intossicazioni ed evitare possibili cortocircuiti della rete elettrica.
Un a attenta manutenzione consente poi di scongiurare eventuali guasti e disfunzioni che potrebbero condurre a pericolose conseguenze come ad esempio un accumulo di monossido di carbonio, che ostacola il ricambio d’aria.
Una caldaia correttamente funzionante ha anche un impatto positivo sul proprio portafoglio, in quanto consente di risparmiare energia (e dunque pagare bollette meno care) e sull’ambiente, poiché comporta una riduzione dell’inquinamento.
La legislazione sulla manutenzione delle caldaie
Quella delle revisioni delle caldaie è un’attività disciplinata dalla legge.
In particolare, al fine di uniformarsi alle direttive europee in materia di efficienza energetica degli impianti di climatizzazione estivi ed invernali, è stato promulgato un Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R. n°74) entrato in vigore dal 12 luglio 2013.
Secondo quanto previsto dalla legge, inoltre, nel caso in cui non fossero presenti disposizioni specifiche da parte dell’installatore, sarà obbligo del proprietario prevedere attività di manutenzione dell’impianto con opportuna periodicità.
I costi delle revisioni ed eventuali
Per quanto riguarda la spesa relativa alla manutenzione ordinaria delle caldaie, questa si aggira in una fascia di prezzo che solitamente oscilla tra i 60 ed i 100 euro (variazione che dipende dal costo della vita medio di ciascuna regione).
Mentre per quanto riguarda il controllo dei fumi, la spesa media in genere si aggira solitamente intorno al centinaio di euro.
Qualora invece a fronte di eventuali controlli siano state riscontrate delle irregolarità, il proprietario dell’impianto in questione potrà essere soggetto a sanzioni che varieranno in base alla gravità del fatto.
Nel caso di irregolarità e mancata revisione si può incorrere un una multa che varia tra i 50 e i 200 euro.
Laddove il libretto regolamentare risulti mancante, la sanzione può andare dai 500 ai 600 euro (infatti in caso di smarrimento bisogna provvedere a richiederne uno nuovo).
Infine, il mancato controllo del rendimento riguardante la combustione, può comportare una multa dai 500 ai 3000 euro, con l’aggiunta dei rimborsi per le spese di verifica.
Proprietario o inquilino: chi paga per la manutenzione della caldaia?
In un nostro precedente articolo, avevamo già visto quale dovrebbe essere la suddivisione delle spese da sostenere tra il proprietario di casa e l’affittuario.
Nel caso della manutenzione della caldaia è dunque possibile far riferimento a quanto riportato in passato.
Di fatto, le manutenzioni ordinarie e il controllo dei fumi risulteranno a carico dell’inquilino, così come le eventuali piccole riparazioni per guasti legati all’utilizzo.
Il proprietario sarà invece tenuto a sostenere le spese dovute per l’eventuale sostituzione della caldaia, in caso di obsolescenza e malfunzionamento della stessa, non dipendente da un uso anomalo dell’impianto, nonché possibili spese per adeguamenti di legge.
Infine, nei condomini in cui il riscaldamento risulta essere centralizzato, sarà l’amministratore a dover richiedere la manutenzione ordinaria.
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