La ripartizione delle spese dell’acqua in un condominio è spesso motivo di liti in sede di assemblea. Risultato? Il regolamento di condominio viene messo in discussione per trovare un accordo. D’altro canto, gli amministratori si affannano a trovare la giusta soluzione. Il rischio da correre è quello di lasciare sempre insoddisfatto qualche condòmino. La situazione peggiora se nello stabile ci sono esercizi commerciali che utilizzano grandi quantità d’acqua portando i consumi alle stelle.

Il punto è trovare il modo: come dividere le spese condominiali dell’acqua?
Esistono diversi metodi, scopriamoli

Ripartizione spese dell’acqua in base al numero degli alloggi

Certo, questo può sembrare il criterio più ovvio. I costi dell’acqua si dividono tenendo conto del numero degli alloggi, fine della storia. E invece no. Questo criterio ha creato non pochi problemi tra proprietari. E’ lampante, infatti, che un appartamento di cinque persone consumi più acqua di uno abitato solo da due persone. E allora perché una giovane coppia dovrebbe spendere in bollette quanto una famiglia numerosa? Per fortuna questo metodo è andato quasi in disuso in favore di rimedi più accurati.

Suddividere l’importo della bolletta per il numero di condòmini

Alcuni condomini hanno un unico contatore dell’acqua. Come funziona la ripartizione spese in questo caso? Bisogna ricorrere alla bolletta. In pratica, dividi il totale dei soldi da pagare per il numero dei condòmini. Ad esempio: l’importo complessivo ammonta a 2000 euro e il palazzo è abitato da 50 persone. Va da sé che l’amministratore di condomino farà pagare 40 euro a chi vive da solo e 160 euro a una famiglia di quattro persone.

Anche questa soluzione però non è esente da incomprensioni. Potrebbe saltare fuori qualcuno che dice: “Un bambino non consuma la stessa acqua di un adulto”. O ancora, l’appartamento potrebbe essere disabitato per lungo tempo. Conclusione? Non si avrà mai la certezza dell’effettivo consumo e risparmiare non servirà a nulla perché comunque la bolletta verrà divisa equamente tra tutti i condomini.

In molti condomini per calcolare quanto pagare sulla bolletta si calcola il valore millesimale dell’appartamento ma anche così i malumori sono all’ordine del giorno. In ogni caso, nemmeno il Codice Civile è in grado di dare delle linee guida, non contiene infatti nessuna disposizione specifica in merito alla corretta ripartizione delle spese dell’acqua in un condominio.

Allora qual è la giusta soluzione? Risponde la legge

Il contatore di sottrazione dell’acqua è la soluzione migliore. La sentenza numero 17557 è chiara: “Le spese relative al consumo dell’acqua devono essere ripartite in base all’effettivo consumo se questo è rilevabile oggettivamente con strumentazioni tecniche”. Cosa si intende per strumentazioni tecniche? Il decreto si riferisce a contatori dell’acqua, conosciuti come contatori di sottrazione.

Sottolinea ancora la Corte: “l’installazione in ogni singola unità immobiliare di un apposito contatore consente, da un lato, di utilizzare la lettura di esso come base certa per l’addebito dei costi, salvo il ricorso ai millesimi di proprietà per il consumo dell’acqua che serve per le parti comuni dell’edificio”.

Il contatore di sottrazione è obbligatorio?

Sì, a dettare legge è il D.P.C.M. del 4 marzo 1996 in materia di risorse idriche (In GU 14 marzo 1996, n. 62, S.O.). Il decreto obbliga ogni unità abitativa ad avere un proprio contatore dell’acqua senza dover fare più riferimento agli altri condòmini. Gli stabili di nuova costruzione sono già dotati di questo impianto. E tutti gli altri? Beh, per installare i contatori di sottrazione serve il parere favorevole dell’assemblea condominiale. In ogni caso qualora il parere fosse negativo, il singolo condòmino può fare ricorso al giudice di pace.

Molti condòmini sono spaventati dal costo delle spese di installazione, in realtà il prezzo dei contatori dell’acqua è molto contenuto. Questi apparecchi offrono numerosi vantaggi in termini di risparmio e allo stesso tempo evitano gli sprechi di un bene che non è inesauribile.

Anche i proprietari dei locali disabitati devono pagare

Già, anche i proprietari degli appartamenti vuoti sono tenuti a pagare l’acqua. Sostenere che in un locale disabitato non ci siano spese può essere vero ma non sicuro. Perdite alle tubature o un eventuale servizio pulizie rappresentano comunque un consumo.

La tua opinione

Questi sono i metodi della ripartizione spese dell’acqua in un condominio. L’uso di contatori dell’acqua per singolo appartamento appare la soluzione migliore. Tu cosa ne pensi? Parliamone nei commenti!